venerdì 10 marzo 2017

                                

 

 

CHIAREZZA CRISTALLINA

 

In alcuni periodi della nostra vita, anche se circondati da situazioni che potrebbero allontanarci dalla nostra pace interiore, riusciamo quasi magicamente a rimanere saldi nella quiete che dimora nell’intima essenza del nostro essere. Questo perché abbiamo capito che tutto quello che la vita ci propone ha generato in noi una chiara, indiscussa consapevolezza:

possiamo tranquillamente essere attenti, e presenti, non solamente quando tutto scorre placidamente (come un tranquillo fiume che alla fine del suo corso abbraccia il mare) ma, esserlo anche quando siamo in balia di eventi, e sensazioni, che potrebbero sostituirsi alla nostra quiete interiore (come se, al contrario, navigassimo nelle rapide di un fiume in piena senza sapere dove ci condurranno).

In queste circostanze, l'unica certezza, il nostro cardine, è quella “vigilanza interiore” che ci fa agire in modo risoluto, mirando al nostro obiettivo con totale fermezza d'intenti. A questo proposito dev'essere fatta una doverosa precisazione: ogni giorno dobbiamo esercitarci per mantenere questa focalizzazione risoluta, ovvero, dobbiamo sforzarci di essere, qualsiasi cosa accada, sempre, e comunque, quieti interiormente. Solo così riusciremo a farci guidare da quella sensazione per tutto il corso della nostra giornata. In pratica il nostro proposito equivale a volere portare nel concreto quello abbiamo appreso attraverso l'esercizio costante. Questa potente, ma semplice meditazione, ci porterà a compiere dei gesti, anche i più comuni, in modo diverso, a godere degli accadimenti con una nuova prospettiva: una bella passeggiata, gustare una buona pietanza, ascoltare con attenzione, e non in modo superficiale, i nostri cari ecc., il tutto sentendoci totalmente privi di tensione ma, al contrario, profondamente rilassati. Una gioia intensa e costante ci pervaderà e sarà chiara la differenza di quando agiamo in questo modo, senza alcuno sforzo, spontaneamente, rispetto a quando siamo irrequieti e inconsapevoli. In conclusione questo esercizio di meditazione dev'essere una costante della nostra giornata, fino a diventare parte integrante del nostro essere; quando riusciremo a raggiungere questo obiettivo, tutto si svolgerà in modo fluido e naturale. Possiamo utilizzare, come esempio pratico, la respirazione: con spontaneità compiremo respiri lenti e profondi, fino a che sentiremo di aver raggiunto il nostro stato originario di benessere. E’ questo che ci porterà ad agire con la tranquillità necessaria, seguendo il naturale flusso dell'esistenza.

 

La guida interiore

 

Tutti nascono con una guida interiore ma, purtroppo, facilmente rischiano di perdere questo contatto a causa dei ritmi convulsi che scandiscono le nostre giornate. Quando “lei“ sussurra al nostro orecchio, noi stentiamo a crederlo perché pensiamo che sia la nostra immaginazione a farlo. Per stabilizzare questo legame, dobbiamo imparare a modificare il nostro modo di pensare, abbandonando quella razionalità che ci spinge ad agire meccanicamente, utilizzando logori schemi mentali che, nel tempo, ci intrappolano in comportamenti recidivi e nocivi e che, di certo, devono essere sostituiti. Un metodo per essere certi che sia effettivamente la nostra guida che sta cercando di comunicare con noi, è cercare di capire dove si forma l'energia all'interno del corpo; con la pratica riusciremo a percepire se l’energia che si è plasmata si trova nella mente, oppure se proviene dal centro del nostro essere, dove risiede la nostra guida. In realtà, quando è il nostro “io” interiore che ci parla, la mente entra in allarme, trasmettendoci un senso di disagio, di tensione perché, non comprendendo la provenienza di questa nuova consapevolezza, non potendola “controllare”, ne ha paura. E’ ovvio che tutto ciò non è verificabile empiricamente poiché, in ognuno di noi, questo meccanismo di “auto difesa” può scattare in tempi e modi diversi. In concreto, quando siamo, ad esempio, preoccupati per determinate situazioni o eventi, dobbiamo provare a non pensare; lasciamo che i pensieri cadano l'uno dopo l'altro come tessere del domino e attendiamo. Quando ci accorgeremo di essere privi di idee, è il segnale che la mente è esausta e, in quel preciso istante, sentiremo nitidamente la nostra guida e potremo agire di conseguenza. In conclusione: la nostra coscienza profonda in ogni momento cerca di mostrarci qual è la strada più consona per noi; dobbiamo imparare ad ascoltarla, a fidarci di lei poiché, seguendola, ci sentiremo più completi e saremo più forti. E’ la luce che può illuminare il nostro cammino di vita aiutandoci ad arrivare verso la nostra meta finale.

martedì 28 febbraio 2017


La Felicità in prospettiva


La prospettiva, intesa come percezione visiva nell'osservare un oggetto, cambia in base al punto d'osservazione che noi utilizziamo. In questo post prendiamo ad esempio il concetto di “felicità” e, in concreto, in cosa consiste per tutti noi. Il concetto stesso può essere fuorviante perché alcuni la collegano direttamente a fattori esterni che, spesso, si immedesimano in un desiderio di “possesso”. Un esempio? Quante volte ascoltiamo nel contesto che ruota intorno a noi, oppure, noi stessi formuliamo nella nostra mente, frasi e/o pensieri di questo genere:
- quando avrò quella promozione mi sentirò felice...
- quando troverò il/la compagno/a ideale sarò felice...
- quando sarò totalmente guarito/a sarò felice...etc.
In realtà è uno stato dell'essere totalmente slegato dal “possedere” un qualcosa o “raggiungere” un determinato risultato. Il problema è proprio questo: non di rado siamo abituati a pensare, e utilizzare, gli stessi costrutti mentali che collegano, quasi indissolubilmente, la sensazione di un intimo “piacere”, spesso solo fisico, materiale, a quella di “felicità”. Questo è da considerarsi un errore grossolano; se rivolgessimo maggior attenzione ai nostri pensieri, ed alle sensazioni che essi generano, riusciremmo a comprendere più facilmente quando siamo effettivamente appagati, a percepire quella segreta sensazione, più mentale che fisica, che si espande in noi, quell’energia capace di avvolgere e modificare, anche se brevemente, la “prospettiva” della realtà in cui viviamo. E’ una eccitazione passeggera, per lo più legata ad un “qualcosa/qualcuno”, ma, poiché in quel frangente ci fa sentire bene, tentiamo più volte di ritrovarla nel tempo, lungo il nostro cammino. Tutto ciò genera una sorta di “dipendenza” da tale stato d’animo; non solo, a questo si aggiunge, purtroppo, durante la nostra quotidiana e affannosa ricerca, la spiacevole percezione d'inseguire quasi una illusione, un sogno che, non di rado, ci sembrerà inarrivabile e che, a più riprese, si farà beffe di noi. Come possiamo agire per uscire da questo a volte confuso stato emozionale? Dobbiamo essere consapevoli che la felicità è intrinseca in noi, non dobbiamo cercarla come una chimera in qualche luogo recondito. E’ un sentirsi intimamente gioiosi, in pace con se stessi, amorevoli verso tutto ciò che ci circonda. In questo modo non saremo sviati e attirati come falene da una luce che ci consumerà e brucerà man mano che ci avvicineremo, ma saremo consci di essere noi stessi la nostra luce, la nostra felicità!Riassumendo,le tre parole chiave che ci devono accompagnare nel nostro cammino: Noi Siamo Felicità. Agiamo sentendoci profondamente felici, quieti, centrati.

mercoledì 22 febbraio 2017


La Danza Del Trascendente


Tutto nella nostra esistenza è sottoposto a cambiamento, si trasforma; dobbiamo imparare a considerare questo come una costante, un principio base che fa parte della nostra vita. Un buon metodo per riuscire ad assimilarlo efficacemente è quello di essere imparziali con gli eventi che accadono, cercando di non essere fuorviati dal nostro ego che, anche se inconsapevolmente, può guidarci fuori strada. In pratica l'ego vuol far sì che noi viviamo, e classifichiamo, gli episodi della nostra vita da un punto di vista esclusivamente soggettivo, mentre la chiave per acquisire maggior consapevolezza sulla ciclicità degli eventi, è quella di vedere le cose da un punto di vista oggettivo. Vale a dire, integrare il nostro bagaglio di esperienze di vita con la certezza che tutto è soggetto a mutamento; quando questo concetto sarà efficacemente assorbito e fissato in modo permanente in noi stessi, ne comprenderemo l’estrema utilità nel sostenerci, nel farci crescere e, non di certo, ostacolarci nel nostro cammino. Noi tendiamo a dimenticare tutto questo perché pensiamo di dover lottare costantemente per ottenere ciò di cui abbiamo bisogno. In realtà questo senso di separazione è fittizio ed è creato dalle nostre preoccupazioni giornaliere; dobbiamo essere consci che quello di cui abbiamo bisogno, magari in una forma differente da quella che ci aspettiamo, è sempre disponibile. Ma se non abbiamo “occhi per vedere”, questo dono lo perderemo, credendo, in maniera errata, che gli eventi non ci sostengono. Il mezzo giusto per aprire i nostri  orizzonti consiste nel tornare alla fonte primaria che si trova in ognuno di noi: dobbiamo “ rilassarci nel nostro silenzio interiore”, staccandoci momentaneamente dalla realtà e, per ottenere ciò, non dobbiamo recarci in nessun luogo specifico o fare alcunché di stravagante, dobbiamo solo “cercare in noi stessi”. In quel momento saremo oltre le nostre illusioni e sentiremo quella connessione, vera e profonda, con la vita. Comprenderemo che l'energia che ci collega con tutto ciò che ci circonda, è sempre accessibile e si trova nel nostro intimo: la percepiremo ogni qualvolta seguiremo la nostra “guida interiore”. Capiremo che partendo dal nostro centro potremo muoverci verso l'esterno, senza limitazioni di sorta, e sapremo esattamente quale sarà la corretta direzione da seguire per raggiungere la nostra meta!

   


 

Svegliamoci...Siamo Tutti Liberi!

 

L'etimologia del verbo “svegliare” corrisponde al verbo «vegliare», quindi svegliarsi vuole dire “vegliare su noi stessi”. Proseguendo “essere liberi” indica colui che non è soggetto al dominio o all’autorità altrui, che ha la facoltà di agire a suo arbitrio, senza subire alcuna ingerenza esterna. In conclusione possiamo affermare che ognuno di noi, chi più e/o chi meno, si sente libero. Ma è la realtà? Noi crediamo di esserlo ma, concretamente, non lo siamo o, quantomeno, è una sensazione che solo in alcune circostanze è realmente valida. La nostra certezza, purtroppo, è il risultato di errate conclusioni che sono generate dall'ignorare chi siamo veramente. Ogni giorno ognuno di noi ingaggia una battaglia con i propri pensieri, le proprie emozioni, le proprie sensazioni, ma per quale motivo? La risposta è largamente conosciuta: vogliamo sfuggire alla sofferenza! In alcune circostanze siamo così smaniosi di superare queste problematiche che potremmo eguagliare le prestazione del velocista Bolt!!! La base da cui dobbiamo partire è questa: tutto, compresa la sofferenza, concorre a creare il “nostro” sentirci liberi, poiché essa stessa fa parte della nostra vita, come le tante sensazioni positive che ogni giorno accrescono, e arricchiscono, la nostra esistenza. Possiamo essere liberi, sentirci realmente tali, accettando tutto ciò che incontriamo sul nostro cammino, questa è la chiave! E’ evidente che, quando tutto scorre liscio, sappiamo con certezza granitica chi siamo; al contrario, risulta complicato ricordarselo quando vengono a mancare le nostre certezze, quando le nostre previsioni non si avverano, ovvero, quando gli avvenimenti sfuggono al nostro controllo. In queste situazioni entriamo in uno stato di “dimenticanza” dal quale risulta complicato uscirne se non diventandone consci. Siamo noi stessi coloro che possono gestire queste difficoltà ed il malessere interiore che esse generano.Dobbiamo tentare il più possibile di non combatterli, perché questo porterà a disperdere le nostre energie che, al contrario, potrebbero essere utilizzate per radicarci con azioni mirate nel presente (questo concetto è ripetuto più volte affinché sia impresso nella nostra memoria in modo definitivo). In pratica noi dobbiamo tentare di non giudicare e non identificarci con i pensieri, e le relative sensazioni trasmesse, che si generano nella mente nel corso della nostra giornata: essi devono essere scissi da noi stessi. Questa divisione è necessaria per comprendere a fondo come il nostro “io” interiore non ha corrispondenza diretta con le formazioni mentali, ed emozionali, che si formano in noi stessi. Noi, di base, siamo sempre in uno stato interiore di quiete; quando questa pace viene meno, per le motivazioni sopracitate, possiamo provare a interrompere queste interferenze svolgendo questo semplice esercizio: prendiamoci un momento di pausa dalla confusione che si è creata dentro di noi e, se possibile, appartiamoci in un luogo tranquillo. Rilassandoci, sentiremo l'energia dell'emozione che si è formata in noi, senza volerla cambiare o comprendere in tutte le sue sfaccettature. In questo modo le daremo la dimensione di quello che è realmente: un'energia “transitoria” che normalmente non ci appartiene. Un paragone che ci aiuta a comprendere il concetto, può essere la nascita di una stella. Nel tempo, questa espanderà al massimo la sua luminosità e, sempre nel tempo, la forma energetica che si è venuta a creare collasserà, come accade da miliardi di anni. Tornerà, quindi, lo stadio iniziale di calma nell’universo che ci circonda e che, per noi, intimamente, corrisponde a quella serenità, quella pace a cui aspiriamo. Se riusciremo a essere costanti nel saper mantenere questo stato di quiete interiore, saremo finalmente liberi da ingerenze esterne di qualsiasi tipo. Ci sentiremo integri, uniti indissolubilmente a questa armonia che lega corpo, mente e spirito.


giovedì 16 febbraio 2017


Uniti siamo più forti


Siamo tutti interconnessi, più la sintonia è presente, maggiormente saremo guidati dall'equilibrio e dalla centratura. Entrambe hanno bisogno di essere coltivate e seguite durante tutto il loro processo di crescita: il piccolo seme, piantato in un terreno fertile, ha bisogno di cure e dedizioni costanti per arrivare ad essere la pianta forte e rigogliosa che è destinata a diventare. Dobbiamo unire corpo e mente, poiché ogni parte contenuta in ognuno di essi è costituita di energia: amalgamandole ci portano al giusto equilibrio. Un esempio semplice e pratico: restiamo dritti e, senza eccessivo sforzo, mimiamo un abbraccio ad un ipotetico amico; sentiremo fluire l'energia nel corpo liberamente. Altro grande aiuto ci viene dato dal respiro: concentriamoci, respiriamo profondamente. In questo modo inspirando facciamo entrare nuova energia in ognuno dei due elementi citati (corpo e mente) ed espirando rilasciamo gran parte dello stress, della tensione e delle nevrosi che quotidianamente attanagliano il nostro animo e/o il nostro “io” più recondito. Questo esercizio, ripetuto in modo costante, porta di certo grandi benefici. Infine, per quanto riguarda l'alimentazione, il consiglio è quello di mangiare con moderazione, assaporando il cibo sia nel suo sapore sia nei suoi profumi, in modo da essere realmente “presenti” in quel momento, affinché il tutto non sia solo un'azione puramente meccanica. Manteniamo stabili questi propositi nel tempo, poiché porteranno giovamento anche alla nostra sfera emotiva: la ricerca dell'equilibrio dev'essere costante sia per il nostro corpo sia per le nostre emozioni. Appare così evidente che non dobbiamo diventare degli “integralisti della cura del corpo”,facendo pendere l'ago della bilancia esclusivamente verso questo aspetto, ma utilizzare la consapevolezza e il discernimento in ogni scelta che facciamo. Altro punto importante: è necessario tentare in ogni modo di mantenere la nostra tranquillità interiore e tutte quelle sensazioni che ci fanno stare bene “vivendo nel mondo” che ci circonda e non allontanandoci da esso, perché è attraverso l'esperienza quotidiana che comprendiamo quali dei nostri vecchi schemi devono essere abbandonati. Privandoci dell'esperienza, come possiamo migliorare? Dobbiamo focalizzarci sulle qualità che desideriamo emergano dentro di noi e rimanere fedeli a questa scelta. Un esempio: se vogliamo che la pace ci guidi, dobbiamo essere noi per primi ad essere in pace con tutto quanto ci circonda. Questo non vuol dire indossare un saio e cercare di diventare santi(non è quello a cui aspiriamo!). Al contrario, dobbiamo imparare a calibrare tutte le sensazioni che arriveranno, ricordandoci cosa vogliamo essere in quel momento(in questo caso pace), quindi faremo silenzio dentro di noi, la risposta che sentiremo sarà quella giusta per la situazione che dovremo affrontare. Riassumendo: unendo determinazione, costanza e pratica riusciremo a raggiungere l'equilibrio, la nostra destinazione. Ricordiamoci, comunque,che

Il vero viaggio, non consiste nel cercare nuove terre,ma nell'avere nuovi occhi...poiché una destinazione non è mai un luogo, ma un nuovo modo di vedere le cose”.



mercoledì 15 febbraio 2017

 

 Uno Contro Tutti

 

Preserva lo spirito dentro di te senza incertezza, Non lasciare che le cose rechino disordine ai tuoi sensi, Non lasciare che i sensi rechino disordine nel tuo cuore”.

 

L'energia che ci circonda è contenuta in ogni elemento naturale e non, ed è costante. Siamo noi,che ci consideriamo brave personcine, a non esserlo(costanti...! Perché? Semplice: la nostra energia interna muta costantemente, immersa nella frenesia del nostro vivere quotidiano. La si può conservare o disperderla...la scelta è solo nostra! E' difficile conservarla, è più semplice passare le nostre giornate sciupandola. Un esempio? Andando in ebollizione con uno dei nostri familiari per una pentola e una pietanza bruciate e con pranzo terminato con una pizza da asporto!!! Che dire poi dello stress? Aumenta con il crescere degli impegni e arriva a toccare le più alte vette,lasciandoci letteralmente senza fiato;peccato che non siamo sherpa tibetani(guide esperte)...ma possiamo comunque diventarlo! Infine troviamo la classica invidia per un amico,la rabbia con il partner e l'ansia per quello che verrà. Quando queste sensazioni prendono il sopravvento,noi ci scarichiamo di energia positiva e, al contrario,lasciamo entrare in noi quella che ci butta a terra. Che fare dunque? Alternative ce ne sono moltissime;ad esempio,una bella corsetta ci ricarica e ci fa sentire belli pimpanti;oppure una chiaccherata con amici divertenti ci mantiene sicuramente alto l'umore!Insomma di soluzioni ce ne sono a bizzeffe ma noi cerchiamo, sempre, un qualcosa di definitivo. Perché? Semplice, non vogliamo più essere in balia delle emozioni,sia negative sia positive,perché sono instabili e ci sbalottano da una parte all'altra come una pallina da ping pong!La soluzione è evidente:dobbiamo essere il giocatore che unendo centratura ed equilibrio, decide la giusta strategia, vincendo la partita!!