mercoledì 22 febbraio 2017

   


 

Svegliamoci...Siamo Tutti Liberi!

 

L'etimologia del verbo “svegliare” corrisponde al verbo «vegliare», quindi svegliarsi vuole dire “vegliare su noi stessi”. Proseguendo “essere liberi” indica colui che non è soggetto al dominio o all’autorità altrui, che ha la facoltà di agire a suo arbitrio, senza subire alcuna ingerenza esterna. In conclusione possiamo affermare che ognuno di noi, chi più e/o chi meno, si sente libero. Ma è la realtà? Noi crediamo di esserlo ma, concretamente, non lo siamo o, quantomeno, è una sensazione che solo in alcune circostanze è realmente valida. La nostra certezza, purtroppo, è il risultato di errate conclusioni che sono generate dall'ignorare chi siamo veramente. Ogni giorno ognuno di noi ingaggia una battaglia con i propri pensieri, le proprie emozioni, le proprie sensazioni, ma per quale motivo? La risposta è largamente conosciuta: vogliamo sfuggire alla sofferenza! In alcune circostanze siamo così smaniosi di superare queste problematiche che potremmo eguagliare le prestazione del velocista Bolt!!! La base da cui dobbiamo partire è questa: tutto, compresa la sofferenza, concorre a creare il “nostro” sentirci liberi, poiché essa stessa fa parte della nostra vita, come le tante sensazioni positive che ogni giorno accrescono, e arricchiscono, la nostra esistenza. Possiamo essere liberi, sentirci realmente tali, accettando tutto ciò che incontriamo sul nostro cammino, questa è la chiave! E’ evidente che, quando tutto scorre liscio, sappiamo con certezza granitica chi siamo; al contrario, risulta complicato ricordarselo quando vengono a mancare le nostre certezze, quando le nostre previsioni non si avverano, ovvero, quando gli avvenimenti sfuggono al nostro controllo. In queste situazioni entriamo in uno stato di “dimenticanza” dal quale risulta complicato uscirne se non diventandone consci. Siamo noi stessi coloro che possono gestire queste difficoltà ed il malessere interiore che esse generano.Dobbiamo tentare il più possibile di non combatterli, perché questo porterà a disperdere le nostre energie che, al contrario, potrebbero essere utilizzate per radicarci con azioni mirate nel presente (questo concetto è ripetuto più volte affinché sia impresso nella nostra memoria in modo definitivo). In pratica noi dobbiamo tentare di non giudicare e non identificarci con i pensieri, e le relative sensazioni trasmesse, che si generano nella mente nel corso della nostra giornata: essi devono essere scissi da noi stessi. Questa divisione è necessaria per comprendere a fondo come il nostro “io” interiore non ha corrispondenza diretta con le formazioni mentali, ed emozionali, che si formano in noi stessi. Noi, di base, siamo sempre in uno stato interiore di quiete; quando questa pace viene meno, per le motivazioni sopracitate, possiamo provare a interrompere queste interferenze svolgendo questo semplice esercizio: prendiamoci un momento di pausa dalla confusione che si è creata dentro di noi e, se possibile, appartiamoci in un luogo tranquillo. Rilassandoci, sentiremo l'energia dell'emozione che si è formata in noi, senza volerla cambiare o comprendere in tutte le sue sfaccettature. In questo modo le daremo la dimensione di quello che è realmente: un'energia “transitoria” che normalmente non ci appartiene. Un paragone che ci aiuta a comprendere il concetto, può essere la nascita di una stella. Nel tempo, questa espanderà al massimo la sua luminosità e, sempre nel tempo, la forma energetica che si è venuta a creare collasserà, come accade da miliardi di anni. Tornerà, quindi, lo stadio iniziale di calma nell’universo che ci circonda e che, per noi, intimamente, corrisponde a quella serenità, quella pace a cui aspiriamo. Se riusciremo a essere costanti nel saper mantenere questo stato di quiete interiore, saremo finalmente liberi da ingerenze esterne di qualsiasi tipo. Ci sentiremo integri, uniti indissolubilmente a questa armonia che lega corpo, mente e spirito.


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